Il conscio è la facoltà che ci consente di conoscere la nostra realtà e di rifletterci sopra.
Il conscio ci permette di conoscere e di riflettere sulla “nostra realtà personale”, e non sulla realtà che, di per sé, è illimitata. I sensi ci permettono di prendere coscienza soltanto di una piccolissima parte dell’universo, e non possiamo essere coscienti d’altro che di quanto percepiamo con i cinque sensi.
L’inconscio corrisponde a ciò che non è cosciente, a ciò che avviene a nostra insaputa, a ciò che pur essendo stato dimenticato continua a manifestarsi.
La maggior parte delle nostre reazioni sono inconsce, sono in rapporto con uno o più ricordi dimenticati, annidati nella memoria emozionale.
Ogni volta che reagiamo a una parola, a un atteggiamento dei nostri cari (partner, figli, parenti, amici, eccetera) è perché, nella nostra memoria emozionale, è presente un ricordo che questa parola, questo atteggiamento dell’altro ha risvegliato in noi, altrimenti non reagiremmo in quel modo.
Il subconscio è l’esecutore. Non riflette, si accontenta di obbedire e per questo è stato spesso paragonato a un servo incredibilmente potente ma privo di discernimento.
Il subconscio comprende i messaggi semplici, le direttive precise e le immagini; essendo esso stesso parte del computer umano, il cervello, ha la capacità di collegarsi a un enorme computer centrale che governa tutta la realtà vibratoria per dare attuazione, nel nostro mondo, all’ordine che ha ricevuto.
Passiamo la vita a fabbricarci inconsapevolmente delle programmazioni sfavorevoli, per poi adattarci a ciò che noi stessi ci siamo creati. Creiamo la nostra realtà in ogni istante attraverso i pensieri che abbiamo, le parole che pronunciamo, le scelte che facciamo. Se scegliamo di ascoltare delle canzoni tristi, è inevitabile che la nostra realtà diventi triste, che ne siamo coscienti o no.
È bene ricordare che tutto, senza eccezioni, è costituito semplicemente da frequenze vibratorie, che si tratti dei colori dei nostri vestiti o dei nostri muri di casa, della musica che ascoltiamo, degli oggetti o delle persone di cui ci circondiamo. Se stiamo con una persona che ha l’abitudine di criticare in continuazione, è molto probabile che ci inacidiremo anche noi, il che ci fa capire che possiamo comportarci in maniera molto diversa a seconda del momento o della persona che abbiamo di fronte.
È nel nostro cervello che si crea la nostra realtà; fuori di noi, non è che un vasto oceano vibratorio che si muove a frequenze percepibili o no dai nostri sensi.
La differenza fondamentale tra l’individuo che è padrone della propria vita e colui che la subisce è che il primo è in grado di comandare il suo strumento, il cervello, mentre chi la subisce ne è comandato. Sta a te scegliere se vuoi essere programmato o assumere il ruolo di programmatore.
In quest’ultimo caso bisognerà che accresca la tua attenzione e la tua vigilanza nei confronti di ciò che lasci entrare nel tuo “computer” attraverso gli occhi e le orecchie, che sono i principali sensori.
Il superconscio può assumere nomi diversi: c’è chi lo chiama “supra-coscienza”, altri “maestro interiore”, altri ancora parlano della nostra “parte divina”, del nostro “aspetto divino”, oppure del “Sé”, o di Dio. In tal caso l’io è associato alla nostra personalità, mentre il Sé è uno, indivisibile, universale e impersonale.
Grazie a questo aspetto divino, abbiamo accesso a quanto è limitato per le possibilità del conscio, ma illimitato per il superconscio; questa eventualità si manifesta attraverso l’intuizione, attraverso certezze che non hanno nulla di razionale ma che tuttavia escludono il dubbio.
Quando ci affidiamo a questa energia di saggezza e di amore (che è l’energia vitale che anima l’essere umano) veniamo condotti, guidati, verso la persona che è in grado di aiutarci, oppure verso il libro o il film di cui possiamo aver bisogno o la situazione che potrà risvegliare la nostra coscienza.
